La comunicazione è un azione fondamentale che sancisce qualsiasi relazione tra gli esseri umani. Comunichiamo con le parole, i pensieri, le emozioni, l’energia, con tutto il corpo. Tutto il nostro corpo partecipa a questa connessione con l’Altro, con cui condividiamo e mettiamo in comune qualcosa. Questa comunicazione, così spontanea e vitale, tra esseri umani, sta subendo uno stravolgimento con la digitalizzazione sempre più diffusa. La messaggistica dei vari social diventa telegrafica, sostituisce l’ortografia con la fonetica, si impoverisce delle sfumature del vocabolario e diventa gretta e lapidare. L’assenza della corporeità, della voce, dello sguardo è foriera di incomprensioni e litigi. La messaggistica divide più che unisce. Le persone che hanno paura di affrontare le loro emozioni, spesso comunicano con la messaggistica piuttosto che di incontrare la persona o di sentirla al telefono. La messaggistica va bene per dare informazioni veloci e pratiche, ma non la si può utilizzare per “comunicare” cioè per mettere in comune, condividere sentimenti, per esprimere amore, o per dire un no. Rimango strabiliata quando alcune clienti arrivano in lacrime, facendomi vedere una serie spasmodica di messaggi whatsapp, scambiati con un partner che chiude una relazione che forse non è mai esistita, se non sulla tastiera del telefono! Dobbiamo stare molto vigili nel preservare l’umanità e la corporeità nella comunicazione e non permettiamo ai nostri sentimenti, ai nostri pensieri gioiosi o elevati di essere ridotti da una tastiera su una scatola. La comunicazione verbale, non verbale e paraverbale è uno dei pilastri del Metodo Cccms