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La ferita è il luogo da dove entra la luce

Qualsiasi esperienza fatta nell’ infanzia segna il nostro percorso  adulto,  e talvolta la nostra intera vita. Due sono le esperienze che lasciano una impronta: l’amore e il trauma. L’etimologia della parola trauma significa “ferita” o “ Iesione” e si riferisce tanto a un danno fisico quanto psicologico.  Il trauma può essere superato dal momento che si trovano persone con cui parlarne e elaborarlo.  I  bambini sono per natura resilienti  tuttavia  alcune memorie traumatiche (violenza domestica, incidente, abuso,  divorzio dei genitori, morte di un genitore)  e che possono essere anche trans generazionali ( deportazioni, guerre, esili, prigionie, schiavitù, razzismo subiti dai nostri antenati) spesso rimangono nascosti nei recessi del nostro essere e  non sappiamo mai in quale momento in futuro, un certo tipo di situazione o di persona potrà riattivarne la memoria. Talvolta un evento assolutamente banale agli occhi di altri, per te diventerà la miccia che accende il ricordo nascosto.  Quando riappare il ricordo attraverso  immagini, sensazioni, emozioni possiamo chiedere aiuto per potere uscire dal labirinto del dolore.

Spesso ci può aiutare chi prima di noi ha trasceso i suoi traumi e li ha trasformati in esperienze di amore. Come disse il poeta persiano Rumi: “la ferita è il luogo da dove entra la luce e il dolore può diventare il giardino della compassione”.  Per lasciare alle spalle il dolore, l’esercizio della compassione è inevitabile. La compassione va prima a se stessi e poi ai “carnefici” che diventano così insospettati maestri di amore e perdono, gli agenti della nostra evoluzione. Allora possiamo entrare pienamente nella vibrazione dell’Amore che ci restituisce alla Vita, dissolve il passato e apre a nuovi futuri. La formazione Ccms aiuta a elaborare i trauma per accogliere il suo dono luminoso