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Plasticità del cervello e credenze

Una volta gli scienziati credevano che un cervello maturo si caratterizzasse dalla stabilità immutabile delle sue connessioni. Inoltre si pensava che non potesse più imparare cose nuove man mano che invecchiava. Invece, si è scoperto che il cervello ha una proprietà definita “plasticità”. Ciò significa che i collegamenti (sinapsi) tra i neuroni non sono sempre fissi, ma possono cambiare in funzione dell'apprendimento.  L'essere umano, infatti, può apprendere comportamenti corretti (funzionali al suo percorso di vita) o scorretti (disfunzionali al suo percorso di vita).

La plasticità cerebrale è la potenzialità del cervello di variare funzione e struttura, non solo durante il suo periodo di sviluppo, ma anche durante la vita adulta (Pavlov  - Rita Levi-Montalcini - Elizabeth Gould - The Human Project ecc).
Questa potenzialità, presente nell'uomo e negli animali, si esprime con un aumento delle dimensioni di alcune regioni del cervello, in seguito al loro utilizzo ripetuto. 

Più stimoliamo il nostro cervello attraverso l’ambiente, l’apprendimento, la trasformazione interiore, la consapevolezza, più connessioni si creano. Se tralasciamo alcune attività che prima praticavamo con regolarità, se persistiamo a rimanere congelati in un costante stato di sofferenza perenne, ci accorgiamo di regredire, perché alcune cellule cerebrali si atrofizzano. I neuroni non essendo più sollecitati, si disattiveranno o saranno utilizzati dal cervello per altre funzioni (es. un cieco amplificherà il senso del tatto e dell’udito) e sarà sempre più difficile cambiare abitudini.

Ogni processo di apprendimento e ogni stato di pensiero, implicano a livello strutturale o funzionale una variazione di qualche circuito nervoso. L’espressione di uso quotidiano «cambiare idea» ha un suo corrispondente neurobiologico ben preciso, e significa «cambiare il proprio cervello».  Quindi è possibile creare nuove sinapsi, cambiando le nostre convinzioni e opinioni. Questa conoscenza è alla base del funzionamento del nostro sistema di credenze!

Ovviamente, non basta solo “cambiare” la nostra prospettiva. Bisogna ripetere e sperimentare la nuova percezione per un certo numero di volte al fine di fissarla come nuovo percorso neuronale che by-passerà quello vecchio mentre quest’ultimo si atrofizzerà.

Nella formazione per Facilitatori Ccms, la trasformazione delle credenze limitanti in credenze creative e sane è uno dei pilastri del metodo.