Spesso sentiamo parlare di ego senza capire veramente di cosa si tratti. Di solito viene associato a qualcosa di negativo nell’essere umano come un nucleo duro di egoismo, di freddezza, di manipolazione. Alcune discipline religiose e spirituali demonizzano l’ego e si impegnano a spezzarlo per raggiungere la via spirituale, con l’effetto che più si tenta di combatterlo, più sembra crescere a dismisura. In realtà, l’ego rappresenta la nostra individualità, e il suo principale scopo è quello di salvaguardare il nostro essere e tenerlo lontano da ogni potenziale pericolo. È una costruzione mentale della realtà che noi ci creiamo per proteggerci dal dolore e dal non senso. A questa costruzione che inizia negli anni più teneri della nostra infanzia, partecipano le credenze, i diktat della famiglia nella quale cresciamo, le regole imposte dalla società, dalla religione e dall’ambiente. Tutto ciò contribuisce a creare una immagine di sé e del mondo con la quale ci identifichiamo totalmente, generando anche molto dolore e senso di separazione se gli permettiamo di prendere il totale controllo del nostro essere. In tale caso alcuni eventi dolorosi e prese di coscienza ci riporteranno ad una rimessa in discussione e ci avvicineranno al centro del nostro essere.
Comunque l’ego non va combattuto né demonizzato, è parte di noi e ha anche una funzionalità indispensabile per la nostra sopravvivenza, ma non è al centro del nostro essere. La cosa più importante è riuscire a vederlo all’opera, esserne il testimone, accettarlo per poi prenderne le distanze. Per ammaestrare l’ego la prima tappa è rendersene conto, la seconda è l’accettazione, la terza è la disidentificazione per indirizzare le sue energie ad un livello superiore. In questo livello non c’è più separazione o dolore, ma un profondo senso di connessione alla vita. In questo caso trasformiamo l’ego in un alleato, nella migliore tradizione sciamanica. Durante la formazione Ccms impariamo a riconoscere i vari giochi dell’ego, lo trasformiamo in alleato per finalmente assaporare l’ essere in amore con se stessi. (leggi anche l'ego e il culto della mancanza)